Lo scatto in manuale i parametri

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Oggi parliamo di un argomento che sta alla base dello scatto in manuale nella fotografia, i tre parametri principali che bisogna regolare se vogliamo avere delle foto creative, cioè se vogliamo essere noi a decidere la riuscita della nostra fotografia. All’inizio sembrerà un po’ complicato ma capendo bene come utilizzarli e con un pò di pratica i risultati saranno sorprendenti. Lo scatto in automatico che darà comunque ottimi risultati ci stara’ stretto se vogliamo avere il completo controllo della nostra fotocamera. Quali sono dunque i tre parametri da regolare nello scatto in manuale? Vediamone la loro funzione. 

1. Diaframma

2. Tempi di scatto

3. ISO

1. Il diaframma consente alla luce di raggiungere il sensore della nostra fotocamera. Ogni obiettivo consentirà una maggiore o minore apertura del diaframma in base alla sua luminosità. Più il diaframma è aperto più luce arriverà al nostro sensore. L’apertura del diaframma è indicata in f/stop, es f1.4, f1.8, f2, f2.8, ecc.. più piccolo sarà il numero più luce entrerà quindi avremo un’apertura più ampia. L’apertura del diaframma incide sulla profondità di campo cioè sulla tridimensionalità della nostra foto consentendo di sfocare lo sfondo. E’ semplice comprendere come l’effetto che vogliamo dare è fortemente condizionato dalla luce a nostra disposizione vedi articolo sulla luce l’ingrediente fondamentale. Se vogliamo fare un ritratto e mettere in risalto il nostro soggetto, sfocare lo sfondo sarebbe l’ideale, questo necessita di un’apertura del diaframma molto ampia F4 ad es in modo che il soggetto sia a fuoco ma ciò che sta alle sue spalle sia sfocato. Nelle foto di paesaggio invece la necessita’ di avere tutto a fuoco implica un’apertura del diaframma più stretta es F16 dunque: 

maggiore apertura=più sfocato, più luce, numeri piccoli del diaframma;

minore apertura= maggiore messa a fuoco, meno luce, numeri alti del diaframma. 

Nella foto, riportata come esempio, lo sfondo è completamente sfocato, in questo caso abbiamo un’ampia apertura del diaframma F/1.8 questo ha consentito di mettere maggiormente in risalto la nostra rosa.

Foto Rosalia Ricotta

Nella foto di paesaggio riportata, invece, il nostro diaframma è molto stretto F/14, questo ha consentito una maggiore messa a fuoco su tutto il paesaggio.

Foto Rosalia Ricotta

 

2. I tempi di scatto si misurano in frazioni di secondo. Il tempo di scatto rappresenta la durata di tempo per cui l’otturatore rimane aperto per far passare la luce al sensore, più lungo è il tempo di scatto maggiore luce arriverà al sensore. In una giornata di sole i tempi di scatto saranno più brevi rispetto che di sera quando, necessitando di una maggiore quantità di luce, andremo ad allungare di molto i tempi di scatto. Naturalmente se ci ritroviamo con condizioni di scarsa luminosità ed il nostro soggetto è in movimento, allungando i tempi di scatto, otterremo l’effetto mosso o effetto scia causato dal movimento del soggetto, in questo caso più rapido rispetto ai tempi impostati.  Naturalmente oltre che della quantità di luce presente dobbiamo tenere conto della tipologia di foto che dobbiamo fare. Nella fotografia sportiva, ad esempio, abbiamo necessariamente bisogno di tempi brevi per riuscire a riprendere il movimento del soggetto del nostro scatto, differente è il caso in cui stiamo fotografando qualcosa di statico per cui i tempi possono essere anche molto lenti in base alla quantità di luce presente e all’apertura del diaframma. 

 

In questo caso i tempi di scatto sono stati impostati a 1/80 sec per riuscire a bloccare il movimento dei piedini evitando effetto mosso.

Foto Rosalia Ricotta

In questo esempio, trattandosi di un soggetto statico, i tempi sono stati di molto allungati portandoli a ben 30 sec considerando anche le condizioni di scarsa luminosità presenti sulla scena. L’allungamento dei tempi di esposizione ha permesso all’otturatore di rimanere aperto piu’ a lungo consentendo alla poca luce presente di raggiungere il sensore per una quantità di tempo maggiore. 

Foto Rosalia Ricotta

3. L’ ISO rappresenta invece la sensibilità alla luce del nostro sensore. Più basso è l’iso e meno luce entra nel sensore. Se la luce presente è tanta, solitamente viene mantenuto basso l’iso, il contrario si verifica in condizioni di scarsa luminosità. Scattando in modalità manuale possiamo decidere se bloccare l’iso su un valore specifico o se mantenerlo in automatico in modo che questo oscilli in base alla quantità di luce presente. Naturalmente alti iso se da una parte aiutano in condizioni di scarsa luminosità, dall’altra causano molto rumore digitale rendendo la foto inutilizzabile. Per assicurarsi una elevata qualità della foto è meglio mantenere l’iso più basso possibile.

Capendo a cosa servono i tre parametri si può imparare a regolarli in base alle nostre esigenze fotografiche trovando il giusto compromesso tra la luce presente e l’effetto che vogliamo ottenere. 

 

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www.rosaliaricotta.it

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